Emozioni che fanno male
L’intestino, per la sua stretta correlazione sia di tipo nervoso sia ormonale con la mente, diventa spesso l’organo preferito per scaricare stress e ansia mal gestiti. La pancia è stata definita anche cervello enterico, data l’abbondanza di neuroni e di altre cellule nervose presenti nella mucosa intestinale.
Molte sostanze ormonali, inoltre, sono attive nella pancia come nel cervello, aumentando l’interdipendenza tra questi due organi. In effetti, a chi non è mai capitato di soffrire di disturbi intestinali prima di affrontare un esame o più in generale un evento stressante? Si tratta della classica ansia d’anticipazione, niente di patologico, sono fenomeni transitori molto comuni. La diagnosi cambia se si avvertono dolori e gonfiori addominali per periodi prolungati, accompagnati da stipsi alternata a violenti episodi di diarrea, alle volte con espulsione di muco. Talvolta il dolore si diffonde anche al torace, alla regione lombare o alle natiche. Si tratta di una patologia chiamata sindrome del colon irritabile, più comunemente definita colite, presente in circa il 20% della popolazione, con una decisa predominanza delle donne tra i 20 e i 40 anni. È necessario, in ogni caso, rivolgersi a un medico per ottenere conferma di questa diagnosi in quanto esistono malattie organiche più gravi con una sintomatologia molto simile a quella descritta (malattie biliari, epatiche, colite ulcerosa, morbo di Crohn).
Come fare per stare meglio
Le cause scatenanti possono essere diverse. A parte la componente emotiva, sicuramente importante, intolleranze alimentari, cattive abitudini nell’evacuazione, errori dietetici protratti nel tempo possono aggravare e cronicizzare la malattia. Una volta alterato l’equilibrio neurovegetativo, le persone continuano a lamentare disturbi anche in periodi di relativa tranquillità psicologica. È importante, perciò, sia apportare modificazioni alla dieta e allo stile di vita, sia cercare di ridurre lo stress. Nella fase acuta della malattia si deve intervenire su più fronti: rilassare le pareti intestinali con opportune sostanze ad azione antispasmodica, riequilibrare la flora batterica con ceppi di microrganismi probiotici e ridurre il più possibile, o meglio eliminare temporaneamente dalla dieta, gli alimenti contenenti sostanze irritanti. La prima cosa da escludere è la presenza di intolleranze alimentari. Test allergologici e diete di esclusione, che prevedono l’astensione sequenziale da gruppi di alimenti per almeno tre settimane, sono i metodi di diagnosi attualmente conosciuti.
L’importanza delle diete
Se non si hanno specifiche intolleranze, si consiglia di limitare i cibi troppo ricchi di fibre che, in uno stato di infiammazione intestinale, aumentano ulteriormente il gonfiore. No quindi alle insalatone come piatto unico e a un eccesso di cereali integrali e di legumi. In caso di stipsi ostinata non vanno utilizzati lassativi di sintesi o naturali, ma si deve bere molto (1,5-2 litri d’acqua la giorno), fare pasti regolari, consumare una buona colazione al mattino.
I nemici numeri uno per chi soffre di colon irritabile sono le sostanze eccitanti come cioccolato, caffè, tè, per non parlare del fumo e alcolici. Ritmi lavorativi permettendo, vanno evitati i pranzi “minimi” e veloci, che favoriscono le abbuffate nel tardo pomeriggio, e le cene troppo pesanti ed elaborate. Sono assolutamente sconsigliabili i dolci, soprattutto la brutta abitudine di mangiucchiare biscotti e gelati la sera davanti alla tv. Questi cibi ricchi di carboidrati semplici, come il saccarosio e glucosio, oltre a provocare grossi sbalzi glicemici, costituiscono un substrato fertile per le fermentazioni intestinali aumentando dolore e meteorismo. Anche la frutta, contenendo fruttosio, va consumata lontano dai pasti proprio per evitare questi spiacevoli effetti. Quando la situazione è riequilibrata e i disturbi sono diventati meno invasivi è importante non dimenticare le buone abitudini acquisite. Frutta e verdura, così come i cereali integrali, possono essere consumati con più libertà. Lo yogurt può diventare una sana consuetudine mattutina: ricco di fermenti lattici vivi, potenzia la microflora benefica, ostacolando l’instaurarsi di disbiosi. La colite non è da trattare come un’influenza, che una volta passata non lascia traccia. Esiste sempre la possibilità di ricadute in periodi particolarmente stressanti, ma adottando buone abitudini alimentari e di vita si riduce notevolmente l’intensità e la frequenza dei disturbi fino ad arrivare a forme praticamente asintomatiche.
Attenzione a questi cibi
Riguardo ai cibi da escludere, come sempre è buona norma non schematizzare troppo. È infatti fondamentale accertare personalmente ciò che al nostro corpo fa bene e ciò che in quel momento ne aggrava le condizioni. In linea generale esistono comunque alimenti irritanti per l’intestino, da limitare o evitare nei periodi acuti della malattia. Questi i più “incriminati”:
• Latte e latticini, a seconda della tollerabilità personale. In particolare possono essere irritanti i formaggi stagionati (ad esempio pecorino, parmigiano, gorgonzola, emmenthal).
• Affettati e insaccati.
• Carne o pesce particolarmente grassi.
• Grassi animali (burro, lardo, strutto, panna).
• Pane, pasta e riso integrali.
• Uova fritte o sode.
• Frutta tipo agrumi, fragole, mirtilli, fichi, cachi, frutta secca.
• Verdure tipo carciofi, cime di rapa.
• Legumi secchi e freschi.
• Dolci, cioccolato, caffè, alcolici.
Sagge regole “salvapancia”
Ecco alcune buone abitudini di vita che aiutano a mantenere un corpo sano e a evitare riacutizzazioni della malattia.
• Fare una buona prima colazione, con latte e cereali, o yogurt ad alto contenuto di batteri lattici probiotici.
• Consumare una cena leggera. Se possibile, fare un po’ di movimento dopo aver mangiato, in ogni caso non coricarsi subito.
• Se si soffre di stipsi non ricorrere a lassativi irritanti o a un eccesso di fibre. Meglio seguire una dieta equilibrata, integrata da una buona attività fisica. Bere molto e andare di corpo quando si sente lo stimolo, senza bloccarlo.
• Ritagliarsi dei momenti nella giornata solo per sé, cercando di allentare le tensioni e ristabilire un equilibrio interiore.
• Al rientro dalle vacanze non gettarsi subito a capofitto nel lavoro e negli impegni di sempre. Prendersi un po’ di tempo per ambientarsi, cercando di stare il più possibile all’aria aperta. Riallacciare i rapporti con gli amici e familiari e condividere con loro le esperienze fatte in vacanza, organizzare piacevoli serate: sarà come vivere e prolungare il viaggio.