Di fronte alle difficoltà nel trovare una cura farmacologica per l’Alzheimer, si studiano nuove strategie, anche alimentari. Tre i prodotti sperimentati: un composto da acidi grassi a catena media e acido caprilico; una miscela di fosfolipidi, omega-3, vitamine e antiossidianti; un insieme di vitamine del gruppo B e N-acetil cisteina. I pochi studi pubblicati sono incoraggianti, ma ancora c’è molta ricerca da fare.
Ciò che invece per ora si sa con certezza è che ridurre drasticamente la carne rossa, aumentare il consumo di pesce, verdure, frutta, olio di oliva e semi oleosi, comporta una riduzione del rischio di Alzheimer fino al 40%, se la dieta viene seguita scrupolosamente. Anche l’attività fisica ha dei benefici effetti, non solo come prevenzione ma anche come parte della cura. Uno studio finlandese, pubblicato online il 15 aprile scorso su Jama Internal Medicine, dimostra che inserire un programma di attività fisica nella cura delle persone con Alzheimer rallenta la disabilità e, non ultimo, fa risparmiare dai 9.000 ai 12.000 dollari l’anno a persona di spese sanitarie.