POVERTÀ E OBESITÀ: IL SODALIZIO È PIÙ FORTE IN TEMPO DI CRISI
Giovedì 10 Ottobre 2013 è organizzato dall’ADI l’OBESITY DAY, giornata nazionale di sensibilizzazione al tema dell’obesità.
Anche quest’anno il 10 Ottobre, come ogni anno dal 2001, ADI – Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica – organizza l’OBESITY DAY, giornata nazionale dedicata alla sensibilizzazione al tema dell’obesità. L’obesità non è un problema confinato in una sfera “estetica”, ma una vera e propria patologia clinica: è per orientare in questo senso l’attenzione di mass-media, opinione pubblica e anche di chi opera in sanità che nel 2001 ADI ha deciso di indire una giornata nazionale a riguardo.
Un altro tema a cui si vuole dare risalto in questa giornata è il preoccupante connubio che vede intrecciarsi la patologia dell’obesità ad una condizione di “povertà“. L’obesità nei paesi sviluppati non interessa tutti i segmenti della popolazione nello stesso modo. Nelle società occidentali è più frequente nei quartieri degradati e tra i gruppi con minore livello di istruzione e di reddito. Il reddito e il potere di acquisto familiare influenza i comportamenti alimentari. Gli alimenti più ricchi di zuccheri e addizionati di grassi sono spesso economici, palatabili e convenienti. Negli Stati Uniti una alimentazione corretta è di norma più costosa e non alla portata di tutti tanto che viene considerato un forte indicatore di rischio obesità il vivere in immobili dal basso valore economico (Drewnowski A. 2013). Lo stesso fenomeno si osserva anche nei paesi che stanno attraversando un periodo di transizione. In Romania l’obesità infantile è significativamente correlata allo stato socioeconomico. Le cause di tale fenomeno sonolo stile di vita sedentario, le abitudini alimentari e il maggiore contenuto di grassi della dieta. I bambini obesi delle classi meno ambienti mangiano meno frutta. Il fenomeno, relativamente recente per i paesi dell’EST, dei supermercati alimentari al dettaglio e lo scarso potere di acquisto delle famiglie sono fattori in grado di facilitare comportamenti obesogeni (Mocanu V. 2013).
Collegato all’ObesityDay dal 2009 è attivo un Osservatorio sugli stili di vita e le abitudini alimentari (Osservatorio Fondazione ADI-NESTLÈ), che ha l’obiettivo di educare i cittadini italiani alla scelta di un’alimentazione equilibrata (Fatati G. 2012). I risultati dell’ultima edizione ci permettono di dire che gli italiani hanno imparato a fare i conti con la parsimonia e a scovare le offerte più vantaggiose nel fare la spesa. Il 67% degli italiani al supermercato, fa molta attenzione alle promozioni e confronta le proposte per individuare il prezzo più economico. Sono stati definiti 5 cluster di consumatori incrociando l’attitudine al prezzo con lo stile di vita. I parsimoniosi rappresentano ben il 25% del campione, conoscono e ricordano i prezzi delle principali marche di prodotti alimentari e scelgono in maniera oculata i negozi dove fare acquisti, anche se sono lontani da casa. I last minute, 43%del campione, al momento di comprare un prodotto valutano la possibilità di acquistare quello scelto o sostituirlo con uno più conveniente. I fedeli (24%) se non ci sono i prodotti del loro brand preferito vanno a cercarlo altrove. Gli indifferenti, solo il 3%, non amano perdere tempo alla ricerca del risparmio. Gli innovatori, infine, sono quella piccola fetta di consumatori (6%) più incline a provare le novità alimentari offerte dal mercato. “Osserviamo una preoccupante predisposizione ad un acquisto conveniente a scapito di una valutazione ponderata della qualità organolettica e nutrizionale dei prodotti – commenta il Dott. Giuseppe Fatati, coordinatore scientifico dell’ObesityDay e dell’Osservatorio – Per quanto possa essere inevitabile che in tempo di crisi gli italiani stringano la cinghia, è comunque necessario mantenere alta l’attenzione a corrette scelte alimentari per non compromettere la buona salute e non rinunciare alle proprie preferenze di gusto. Combattere la povertà può essere il migliore, se non l’unico, modo per fermare l’epidemia dell’obesità“.