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Il latte e le alterative vegetali: soia, avena, riso, mandorla…
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FRUTTA SECCA PER VIVERE PIÙ A LUNGO

A Natale è più frequente il consumo di noci, mandorle, nocciole, pistacchi e altra frutta secca in genere. È un’ottima abitudine per la salute che oggi ha riscontri scientifici incontrovertibili. Vent’anni fa apparvero i primi studi pubblicati su riviste di grande prestigio come Archives of Internal Medicine e New England Journal of Medicine; da allora è stato un crescendo di pubblicazioni che ha indotto anche le autorità sanitarie americane ed europee a certificare i benefici del consumo di questi gustosissimi alimenti.

Noci, mandorle e compagnia migliorano il profilo lipidico e cioè abbassano il colesterolo e i trigliceridi, aiutano il controllo dell’infiammazione, abbassano lo stress ossidativo (i famosi radicali liberi), migliorano la circolazione sanguigna e il controllo della glicemia. Tutte queste fantastiche azioni hanno come effetto che chi consuma regolarmente la “frutta secca” ha un tasso di mortalità inferiore rispetto a chi non ne consuma, soprattutto per malattie cardiovascolari e cancro. L’ultima verifica, al riguardo, è stata pubblicata su BMC Medicine realizzata sui dati di un fondamentale studio, chiamato in sigla PREDIMED, che ha valutato gli effetti della dieta mediterranea con aggiunta di olio extravergine di oliva e di frutta secca a guscio. È emerso che il gruppo che aveva mangiato da 28 a 84 g a settimana di frutta secca aveva i migliori risultati in termini di tasso di mortalità. In pratica significa che, se, per esempio, amate le mandorle, potete consumarne da 4 a 10 al giorno. Senza esagerare, per non appesantire troppo la linea.

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