I prezzi della frutta sono raddoppiati negli ultimi anni? Poco male, avete la soluzione. È il mirtillo, il re del bosco. Lo trovate, self-service e gratis, durante il periodo estivo, nelle radure e nelle zone d’alpeggio, ad altitudini variabili tra 800 e 1500 metri, sia nelle Alpi sia sull’Appennino tosco-romagnolo. In passato, i frutti di bosco erano trascurati dalle persone benestanti, perché gratuiti e, quindi, considerati plebei. Quello coltivato è fatto crescere soprattutto sui terreni ricchi di silicio dei Carpazi. È raccolto a mano e si conserva per qualche giorno senza perdere la fragranza.
Ha un buon contenuto di vitamina A e C e di minerali. Ma le sue virtù sono essenzialmente legate alla presenza delle cosiddette sostanze extranutrizionali o bioattive. Il mirtillo, infatti, contiene composti che impediscono ad alcuni batteri, responsabili delle infezioni alle vie urinarie, di attaccare le pareti della vescica. Per l’abbondante contenuto di tannini, poi, è un potente antidiarroico. Infine, la presenza degli antociani, sostanze che danno al frutto il colore blu-violaceo, giova a chi soffre di fragilità capillare, pesantezza di gambe e varici. Allora come conviene consumarlo? Come qualsiasi altro frutto, se è fresco meglio. Ma se riuscite a trovarlo, fuori stagione, surgelato o sotto forma di confetture o succhi, dal punto di vista salutistico non è un dramma. I principi attivi si conservano abbastanza bene e resistono al calore. Infine, una nota culinaria. Il mirtillo nero si può mangiare, oltre che da solo, nelle macedonie o nei gelati e sulle torte, mentre quello rosso si sposa al meglio con i formaggi.