Molti studi scientifici confermano, in maniera evidente già dal 2007, che una mutazione del gene FTO (polimorfismo indicato dalla sigla rs9939609) possa essere direttamente associata con aumento del BMI e maggiore rischio di sviluppare obesità. I soggetti portatori di questa mutazione hanno un rischio di sviluppare obesità circa due volte maggiore rispetto ai non portatori ed é importante che adottino una dieta che tenga in considerazione anche questa loro predisposizione.
Il gene FTO (anche detto “Fat mass and obesity-associated gene”) è espresso principalmente nel cervello e ha un ruolo chiave nel controllo del bilancio energetico. Questo gene é coinvolto nella regolazione dell’appetito e una mutazione che ne alteri la funzione ha effetti sull’ipotalamo con disfunzioni che spesso incrementano la tendenza ad abbuffarsi o a concedersi spuntini fuori pasto con maggiore rischio di obesità. FTO regola anche l’accumulo di grasso corporeo.
Il polimorfismo rs9939609 del gene FTO ha vari effetti, tra cui quello di alterare i livelli di grelina con conseguenti anomalie nella percezione di appetito e sazietà. I soggetti con questo genotipo infatti mostrano fenotipo caratterizzato da appetito alterato, maggiore predisposizione al consumo di cibo e a concedersi spuntini.
La grelina é infatti un ormone sintetizzato e secreto a livello del tratto gastrointestinale, funge da segnale periferico e interagisce con l’ipotalamo nella regolazione del bilancio energetico, stimolando l’appetito e il consumo di cibo. I livelli di grelina sono di norma maggiori in condizioni di digiuno quindi prima dei pasti, per poi diminuire dopo i pasti in condizioni di sazietà. Individui obesi in genere mostrano alterazioni ormonali e livelli di grelina più bassi del normale a dimostrazione del fatto che la condizione di obesità altera in maniera complessa gli equilibri ormonali che controllano l’appetito. La mutazione rs9939609 di FTO, alterando i livelli di grelina, altera quindi la risposta del cervello al consumo di cibo dando come risultato una ridotta sensazione di sazietà anche postprandiale quindi subito dopo i pasti e maggiore tendenza di questi soggetti ad abbuffarsi o a mangiare di più e più spesso. Si é anche notata in questi soggetti una predilezione per spuntini ipercalorici e ricchi di grassi.
Normalmente si sono osservati livelli di mRNA di FTO maggiori durante il digiuno suggerendo chel’espressione di questo gene sia maggiore prima dei pasti, momento in cui si dovrebbe avere maggiore appetito. Vari studi dimostrano che l’espressione stessa di FTO possa essere regolata anche dalla disponibilità di alcuni nutrienti nella dieta. Adottare una dieta piuttosto che un’altra potrebbe influenzare l’attività di questo gene.
Ad esempio, una dieta ricca di grassi (o HFD, High-fat diet) sembra possa modulare l’espressione ipotalamica di FTO: si é notata una downregulation di FTO per esposizioni a breve termine e una upregulation per esposizioni prolungate (oltre 10 settimane) a questo tipo di dieta.
Uno studio recente dimostra anche che per i soggetti portatori del polimorfismo rs9939609 risulta più vantaggiosa una dieta ipocalorica e ricca di proteine. Con tale dieta infatti, questi soggetti sembra riescano ad avere maggior controllo e a ridurre il proprio appetito, tendendo meno ad abbuffarsi. Sembra sia plausibile che un elevato apporto di proteine possa modificare gli effetti di FTO sull’appetito.
Il gene FTO ha quindi un ruolo importante e complesso nella serie di meccanismi neuro-biologici che regolano l’appetito e il bilancio energetico nel nostro organismo. Con il sistema GENODIET si può capire se il proprio gene FTO sia alterato o meno dal polimorfismo rs9939609 e adottare una dieta adeguata tramite l’aiuto di professionisti.