Buone notizie per gli amanti di queste piccole bacche blu, che ancora una volta confermano i loro superpoteri. Arrivano da uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition condotto dalla britannica University of East Anglia in collaborazione con altre università inglesi e Usa (Harvard University).
Il team di ricercatori ha voluto appurare se il consumo di mirtilli potesse avere qualche effetto sulla cosiddetta sindrome metabolica, ossia una condizione che nei paesi occidentali colpisce circa un terzo degli adulti e che comprende almeno tre dei seguenti fattori di rischio: ipertensione, glicemia alta, eccesso di grasso alla circonferenza della vita, bassi livelli di colesterolo Hdl (buono) e alti livelli di trigliceridi.
Come è abbastanza intuitivo, la sindrome metabolica aumenta in modo significativo il rischio di malattie cardiache, ictus e diabete e per cercare di ridurre questo rischio si prescrivono svariate terapie farmacologiche. Per fortuna, anche i cambiamenti dello stile di vita, come la dieta e l’attività fisica, possono essere d’aiuto.
Perché proprio i mirtilli?
“Precedenti ricerche hanno indicato che le persone che consumavano regolarmente i mirtilli avevano un rischio ridotto di sviluppare condizioni come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari. Ciò perché i mirtilli sono ricchi di composti naturali chiamati antociani, responsabili del colore dei vegetali dal rosso al blu”, spiega il professor Aedin Cassidy, coordinatore della ricerca. “Quindi volevamo scoprire se mangiare mirtilli poteva aiutare le persone già state identificate a rischio di sviluppare questo tipo di patologie“.
Lo studio in breve
L’equipe di ricercatori ha studiato gli effetti del consumo quotidiano di mirtilli da parte di 138 persone in sovrappeso od obese – tutti con sindrome metabolica – con un’età compresa tra 50 e 75 anni. L’arco di tempo di ben sei mesi è stato il periodo più lungo valutato fino a oggi in sperimentazioni simili.
Gli studiosi hanno poi analizzato i benefici del consumo di porzioni da 150 grammi (una tazza) e di porzioni da 75 grammi (mezza tazza). Va detto che partecipanti hanno consumato i mirtilli in forma liofilizzata oppure un placebo a base di coloranti e aromi artificiali.
I risultati hanno mostrato che una tazza di mirtilli al giorno portava a miglioramenti sostenuti sia della funzione vascolare che della rigidità arteriosa, fattori che possono ridurre il rischio di malattie cardiovascolari tra il 12 e il 15 per cento.
“Inaspettatamente”, afferma Peter Curtis, altro coordinatore dello studio, “non è stato riscontrato alcun vantaggio con la dose giornaliera di mirtilli di mezza tazza. È possibile quindi per la salute del cuore nelle persone obese e a rischio siano necessarie maggiori assunzioni giornaliere per raggiungere dei benefici, rispetto alla popolazione generale. Insomma, il messaggio semplice e raggiungibile a tutti è quello di consumare una tazza di mirtilli al giorno per migliorare la salute cardiovascolare”, conclude lo studioso.