L’aumento lieve-moderato del colesterolo nel sangue, nel caso non sia causato da un’alterazione genetica chiamata “ipercolesterolemia familiare”, va sempre trattato, in prima battuta, con una modifica delle abitudini alimentari. Lo scopo della dieta è di abbassare soprattutto la quota di colesterolo “cattivo”, detto Lld, che si accumula e si ossida nelle pareti delle arterie, causando malattie cardiovascolari.
Le indicazioni alimentari in caso di colesterolo alto puntano principalmente a: ridurre l’apporto di colesterolo alimentare a massimo 200 mg al giorno (raggiungibili ad esempio con 150 g di nasello e 100 g di mozzarella, oppure 200 ml di latte intero più 100 g di emmenthal e 100 g di sgombro); ridurre il consumo di grassi saturi (in particolare carni rosse, latte e derivati, burro) ed evitare i grassi idrogenati trans, che entrano spesso nella composizione di prodotti da forno sia artigianali sia confezionati; consumare almeno 30 g al giorno di fibre, che aiutano a eliminare l’eccesso di colesterolo alimentare, in particolare, cereali integrali come orzo e avena; aumentare il consumo di frutta e verdura (almeno 5 porzioni al giorno), ricche di fibre e antiossidanti, che prevengono l’ossidazione del colesterolo e i conseguenti danni vascolari; consumare almeno 3 cucchiai al giorno di olio extravergine d’oliva e una porzione di frutta secca (20-30 g) o di olio di lino (1 cucchiaio), per assicurare l’adeguato apporto di acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi, entrambi capaci di ridurre il colesterolo Ldl.