Che belle le serate d’estate, quando si resta a tavola fino a tardi a chiacchierare – e a mangiucchiare – in compagnia… Tuttavia, se si desidera mantenere un peso forma o se bisogna fare attenzione alla glicemia, forse sarebbe meglio anticipare un po’ il momento della cena. Dopo una certa ora, in effetti, il nostro metabolismo “smaltisce” in modo meno efficiente gli effetti degli alimenti. Tuttavia, va detto che questo consiglio potrebbe non valere per tutti: l’effetto del cenare tardi probabilmente può cambiare a seconda della sensibilità individuale ma anche del momento di coricarsi.
Con il tempo il peso aumenta
Ad accorgersi di tutto ciò sono gli autori di una ricerca USA appena pubblicata sul The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism. E anche se non è il primo lavoro a occuparsi degli effetti delle cene tardive, ha messo in rilievo degli aspetti interessanti. “Il nostro studio fa luce su come cenare tardi peggiori la tolleranza al glucosio e riduca la quantità di grassi ossidati. Un effetto che, però, varia notevolmente tra le persone e dipende dalla loro ora abituale di andare a dormire“, spiega Jonathan C. Jun della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora. “Ciò dimostra che alcune persone potrebbero essere più vulnerabili al consumo tardivo rispetto ad altre. Se gli effetti metabolici che abbiamo osservato con un singolo pasto continuano a verificarsi in modo cronico, il consumo tardivo potrebbe portare a conseguenze come diabete o obesità.”
Due orari diversi per cenare
I ricercatori hanno reclutato 20 volontari sani – 10 uomini e 10 donne – per vedere come metabolizzavano la cena quando veniva consumata alle 6 del pomeriggio oppure alle 10 di sera. Le cene somministrate fornivano il 35% del fabbisogno calorico giornaliero; il 50% dell’energia era fornito dai carboidrati e per il 35% dai grassi. Va anche detto che tutti i volontari, a prescindere dall’orario della cena, sono andati a dormire alle 11 di sera.
I risultati hanno mostrato che no, mangiare tardi, non è proprio la stessa cosa. D’altra parte da anni ormai si parla dei vantaggi sulla salute, ad esempio su diabete e problemi cardiovascolari, del cosiddetto digiuno intermittente, che prevede una finestra temporale – variabile ma non superiore alle 12 ore – nella quale consumare tutti i pasti all’interno delle 24 ore.
Tornando allo studio in questione, i ricercatori hanno scoperto che dopo le cene notturne nei partecipanti i livelli di zucchero nel sangue (ossia la glicemia) erano più alti, ma in compenso risultava inferiore la quantità di grassi ossidati (o bruciati, come si usa dire nel linguaggio comune) dal metabolismo. “In media, il picco del livello di glucosio dopo la cena notturna è stato di circa il 18% più alto rispetto alla cena delle 18”, spiega Chenjuan Gu, un altro autore dello studio, “e una diminuzione di circa il 10% della quantità di grasso ossidato durante la notte. Tuttavia, gli effetti che abbiamo visto nei volontari sani, potrebbero essere più pronunciati nelle persone con obesità o diabete, che hanno già un metabolismo compromesso.”
Le domande ancora aperte
In un prossimo futuro, i ricercatori hanno intenzione di procedere a ulteriori esperimenti per capire se questi effetti delle cene tardive su zuccheri e grassi si prolungano nel tempo e se risultano influenzati più dal comportamento, come l’andare a dormire subito dopo cena, oppure più dai ritmi circadiani dell’organismo.