Sappiamo tutti che per un’alimentazione sana prevede il consumo di 5 porzioni di frutta e verdura al giorno. Preferibilmente 2 di frutta e 3 di verdura. Tuttavia questa regola viene vista con sospetto in chi ha problemi di glicemia oppure qualche fattore di rischio del diabete di tipo 2, la forma più frequente. Una condizione, in effetti, molto comune in tutto il pianeta: nel 2019 erano 463 milioni gli adulti diabetici e si prevede che entro il 2045 questo numero salirà a 700 milioni. Per fortuna un’alimentazione e uno stile di vita corretti sono in grado di influenzare notevolmente il rischio di ammalarsi o meno.
Frutta e glicemia: un rapporto che è cambiato
Fino a qualche decennio fa la frutta veniva considerata un tabù per il diabetico (unica eccezione? La mela, ancora meglio se verde). Mentre oggi, grazie alle acquisizioni della scienza dell’alimentazione come l’indice e il carico glicemico, la frutta è entrata “ufficialmente” anche nella dieta del diabetico. In porzioni normali e due volte al giorno. Tuttavia, il timore che la “frutta faccia male” persiste, portando così le persone a non consumare un alimento ricchissimo di sostanze nutrizionali che svolgono una funzione protettiva sulla salute (vitamine, antiossidanti, minerali, fibre…).
Con due porzioni il rischio cala
È auspicabile, perciò, che i risultati di questa analisi appena pubblicata sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, riescano a rafforzare un regolare consumo di frutta da parte di tutti. Un team di ricercatori dell’Università Edith Cowan a Perth, in Australia, ha analizzato i dati sulle abitudini alimentari di quasi ottomila persone che hanno preso parte a uno studio (Australian Diabetes, Obesity and Lifestyle Study) di qualche anno fa. Hanno scoperto che i partecipanti che mangiavano più frutta al naturale avevano una forte riduzione del rischio di andare incontro al diabete nei successivi cinque anni. “Abbiamo visto che chi consumava circa 2 porzioni di frutta al giorno presentava un rischio inferiore del 36% di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a chi consumava meno di mezza porzione di frutta al giorno“, ha affermato Nicola P. Bondonno, tra gli autori della ricerca. Attenzione però: questa associazione tra consumo di frutta e riduzione del rischio è stata trovata solo per i frutti mangiati al naturale e non sotto forma di succhi. Come al solito l’alimento integrale dà i migliori risultati in termini di salute.
Da segnalare anche che gli studiosi hanno scoperto anche una relazione tra l’assunzione di frutta e i marcatori della sensibilità all’insulina (l’ormone che abbassa la glicemia). Il che significa che le persone che consumavano più frutta avevano bisogno di meno insulina per riportare alla normalità i livelli di glucosio nel sangue. Al contrario di quanto può avvenire nel diabete di tipo 2, nel quale l’azione dell’insulina può diventare meno efficiente (cosiddetta insulino-resistenza).