Nell’ultimo decennio le ricerche relative ai rapporti fra alimentazione e salute si sono moltiplicate e hanno confermato le ipotesi tracciate in precedenza: l’abuso di carne e derivati rappresenta un fattore di rischio per le malattie degenerative. Correlazioni positive, in particolare, sono state trovate per sovrappeso, tumori, ipertensione e diabete.
D’altra parte i ricercatori hanno approfondito le indagini relative al consumo di alimenti di origine vegetale, in particolare ortaggi, frutta, cereali e legumi, riaffermandone l’effetto protettivo, tanto che oggi le loro ricerche non sono più orientate, come in passato, ad analizzare i rischi di carenze legati alla dieta vegetariana, ma, piuttosto, a verificarne gli aspetti salutari.
Si è così riscontrato che la scelta di un menù vegetariano assicura elevate concentrazioni di principi attivi protettivi, fra cui vitamine, minerali e fibre, che svolgono un effetto preventivo nei confronti di diverse malattie, rafforzato dal fatto che i vegetariani mostrano spesso un comportamento alimentare più consapevole e attento all’equilibrio rispetto agli onnivori.
Le nuove evidenze hanno comportato, fra le altre cose, una modificazione delle raccomandazioni sintetizzate nella piramide alimentare divulgata dal CIISCAM (Centro Interuniversitario Internazionale di Studi sulle Culture Alimentari Mediterranee (www.ciiscam.org) che prevedono la riduzione della frequenza di consumo settimanale suggerita per i prodotti animali (solo 1-2 porzioni fra carne rossa e salumi), mentre raccomandano di aumentare le porzioni settimanali di legumi (2 o più) e mettono in primo piano ortaggi e frutta seguita dai cereali.