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ATTENTI AL PACKAGING DEGLI ALIMENTI

È stato dimostrato che alcune sostanze presenti nel materiale di confezionamento degli alimenti, potrebbero influenzare negativamente dei processi endocrini e metabolici. In altre parole, anche il packaging potrebbe contribuire a sbilanciare il metabolismo, quindi a far aumentare di peso, l’ignaro acquirente. È quanto suggeriscono i risultati di uno studio pubblicato su Plos One che punta il dito contro gli “ftalati“, sostanze chimiche comunemente usate per rendere più resistente e flessibile la plastica destinata agli imballaggi alimentari e presenti anche in altri prodotti, come giocattoli e prodotti cosmetici.

Esposizione rischiosa

Diversi studi precedenti avevano mostrato che l’esposizione a questi interferenti endocrini è responsabile di problemi di salute, come un aumento del rischio di ipertensione e di parto pretermine. Il team di ricercatori del Dipartimento di Biology Molecular Systems presso il Centro Helmholtz per la ricerca ambientale, in Germania, si è concentrato, in particolare, sugli effetti sul metabolismo, esponendo, per 10 settimane, alcuni topi da laboratorio a diverse concentrazioni di Di-2-etilesilftalato (DEHP). Hanno quindi valutato l’impatto sul peso, confrontando l’effetto con topi sottoposti allo stesso tipo di alimentazione, ma che non erano stati esposti a DEHP.

Più ftalati, più peso

Ne è emerso che le femmine cui erano stati somministrati gli ftalati, anche a bassa concentrazione, guadagnavano sensibilmente di peso rispetto agli altri. La causa, riporta lo studio, è un aumento di espressione dei recettori degli estrogeni e una riduzione di espressione dei recettori PPARg, presenti nel tessuto adiposo e che svolgono un ruolo importante nella regolazione del metabolismo lipidico e dei carboidrati, aumentando la sensibilità all’insulina.

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