Il mese scorso abbiamo segnalato un importante studio nel quale si dimostrava che 3-4 tazzine di caffè al giorno si associano a una riduzione della mortalità in particolare per malattie cardiache, respiratorie e diabete. Adesso il quadro è completato da un altro imponente studio epidemiologico, pubblicato su American Journal of Clinical Nutrition, che ha coinvolto circa mezzo milione di statunitensi.
Nutrizionisti, epidemiologi e oncologi del National Health Institutes hanno voluto verificare che relazione ci sia tra consumo di caffè, anche decaffeinato, di tè e rischio di cancro all’intestino. L’indagine è particolarmente interessante perché vuole dare risposte a diversi quesiti, tra cui: è più protettivo il tè o il caffè? E, in quest’ultimo caso, è meglio il decaffeinato? Alla prima domanda la risposta è molto netta: il caffè è meglio del tè per quanto riguarda la protezione del cancro al colon. I forti consumatori di caffè sembrano meno a rischio rispetto a chi non lo beve o ne beve solo una tazzina. Ma, attenzione, questa associazione statistica inversa (cioè più consumo di caffè si associa a minore incidenza di cancro intestinale) è stata registrata per il caffè normale solo rispetto al rischio di cancro nelle prime porzioni del colon, cosiddetto colon prossimale. Il rischio nel colon distale (discendente) e nel retto, invece, si abbassa se si consuma il decaffeinato. In realtà, i ricercatori pensano che questa associazione non dipenda tanto dall’assenza di caffeina quanto dal fatto che chi beve decaffeinato ha in genere anche uno stile di vita più consapevole e salutare. Gli effetti protettivi del caffè starebbero da un lato nei flavonoidi, presenti anche nel tè, e dall’altro in sostanze importanti come l’acido clorogenico che ha un’azione regolatrice dell’insulina e del glucosio. Detto questo, pare comunque ragionevole non esagerare nel consumo di caffé, non oltre le 3-4 tazzine al giorno, per non incorrere nei noti effetti eccitanti.