Un nuovo studio suggerisce che le donne in gravidanza possono concedersi un consumo moderato di caffè senza la preoccupazione di danneggiare il quoziente intellettivo (Qi) del nascituro e provocare alterazioni dei suoi comportamenti nella prima infanzia. A rassicurare le future mamme sono i dati di una ricerca del Nationwide Children’s Hospital, pubblicata sulla rivista American Journal of Epidemiology.
Gli studiosi hanno esaminato le informazioni relative a 2.197 donne in attesa di un bimbo, che hanno preso parte al Collaborative Perinatal Project, un progetto che si è svolto negli Stati Uniti tra il 1959 e il 1974. Secondo i ricercatori, questo è stato un periodo in cui il consumo di caffè durante la gravidanza era più diffuso di quanto lo sia oggi e c’era una minore preoccupazione per quanto riguarda la sicurezza della caffeina. Pertanto, indagando in quel periodo, si è potuto acquisire informazioni su una gamma più ampia delle quantità dell’assunzione di caffeina.
Gli studiosi hanno analizzato la quantità di paraxantina, un metabolita della caffeina, presente nelle mamme e l’hanno messa in relazione con il quoziente intellettivo dei bambini a quattro e sei settimane di vita. Sono così arrivati alla conclusione che non c’erano legami consistenti tra l’ingestione di caffeina, i livelli di paraxantina che arrivano in utero e lo sviluppo o il comportamento dei bambini, in quel particolare periodo della loro vita. Lo studio segue a uno precedente in cui non era stata riscontrata un’associazione tra l’assunzione di caffeina in gravidanza e l’obesità dei bambini.
“Nel complesso, consideriamo i nostri risultati rassicuranti per le donne in gravidanza che consumano moderate quantità di caffeina, l’equivalente di 1 o 2 tazze di Caffè al giorno”, spiega la dottoressa Sarah Keim, coautrice dello studio.