“Basta un poco di zucchero e la pillola va giù…”, così recita un noto motivetto che fa da colonna sonora a uno dei film più popolari e amati da grandi e piccini: “Mary Poppins”. Ma sull’onda di questa canzonetta, ci siamo mai posti la domanda se ingerire una pillola con un certo tipo di cibo o bevanda, a un orario piuttosto che a un altro, sia assolutamente indifferente. Forse in alcuni casi, l’abbiamo sottoposta al medico o ci siamo affidati alle informazioni riportate sul foglietto illustrativo del medicinale, purtroppo, non sempre esaustive, ma chissà quante volte non ci siamo posti il problema.
Così, spesso, ci ritroviamo ad assumere farmaci dai più comuni e occasionali, a quelli più specialistici con tempi terapeutici più lunghi, senza badare troppo con cosa li deglutiamo, con quale tipo di alimenti li associamo, se è meglio a digiuno o a stomaco pieno, o ancora, se è meglio prima o dopo i pasti. Insomma una serie di informazioni semplici e comuni che è importante conoscere per evitare di veder ridotta l’efficacia terapeutica di un farmaco, non incorrere in sgradevoli reazioni e minimizzare gli effetti collaterali. Pur senza creare inutili allarmismi, non vanno dunque sottovalutate le spiacevoli interazioni che possono avvenire tra cibo e farmaci. Vale quindi quanto mai il detto: “se lo conosci , lo eviti!”
Solidi o liquidi?
Ovviamente non bisogna generalizzare perché non tutti i farmaci risentono di questo tipo di interazione. In generale, i cibi solidi rallentano lo svuotamento gastrico e diminuiscono la velocità di assorbimento di alcuni medicinali. I liquidi, invece, accelerano il passaggio attraverso lo stomaco e quindi riducono l’intervallo tra l’assunzione del farmaco e la comparsa dei suoi effetti. La maggior parte delle interazioni avviene a livello dell’assorbimento del farmaco sia sulla velocità sia sull’entità, ma anche sulla sua metabolizzazione, sulla sua eliminazione e sull’attività terapeutica che può venire diminuita o aumentata.
Quando a stomaco pieno?
Oltre al tipo é però importante anche la quantità di cibo assunto in concomitanza ai farmaci. Se in alcuni casi è salutare assumerli a digiuno, in altri è assolutamente importante che i medicinali vengano assunti con il cibo per prevenire effetti irritativi sulla mucosa gastrica o per migliorarne l’assorbimento, come per i cosiddetti FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei). Quando è prevista l’assunzione a stomaco pieno, meglio associarlo a pasti leggeri e proteici la cui digestione, tra l’altro, induce un aumento dei succhi gastrici che facilitano la dissoluzione del farmaco. Infatti, più il pasto è abbondante e ricco di grassi e più i tempi di assorbimento si allungano, ritardando così l’entrata in circolo del farmaco.
Gli effetti indesiderati del pompelmo
Sono sempre più numerosi gli studi sulle possibili interferenze tra il pompelmo, in particolare il suo succo e, alcune tipologie di farmaci. Queste ricerche hanno individuato in questo frutto alcune sostanze, come le furocumarine e un bioflavonoide – la naringina – responsabili, quando assunto in concomitanza con un medicinale, di produrre concentrazioni nel sangue del farmaco di 3-8 volte superiori alla norma. E’ sufficiente un solo bicchiere di succo e, ciò avviene anche a distanza di 24 ore dalla sua ingestione. Un’associazione dunque da evitare per chi assume ansiolitici, antidepressivi, antistamici, calcioantagonisti (per problemi cardiocircolatori) immunosoppressori (dopo i trapianti), statine (per cardiopatie) e alcuni antinfiammatori (corticosteroidi).
La medicina da bere
Un altro fattore improtante da considerare sono i liquidi con i quali si assumono i vari medicinali.
Acqua – È il liquido ideale. Meglio a temperatura ambiente. Le bevande fredde aumentano la velocità di transito gastrico, e quelle calde, per contro, la rallentano.
Acque alcaline – I minerali contenuti in queste acque interagendo con alcuni tipi di antibiotici possono ridurne l’efficacia.
Latte – Non va associato, come tutti i latticini in genere, agli antibiotici, (in particolare tetracicline e chinoloni) per il contenuto di calcio che ne influenza la metabolizzazione.
Succhi di frutta e bevande acide (succo pomodoro, frullati…) – Possono creare problemi gastrici, in particolare da evitare con le penicilline.
Succo di pompelmo – Potenzia l’effetto di diversi farmaci anche di 3-8 volte rispetto alla norma
Bevande a base di caffeina (tè, caffè, cola, cacao) – Per il loro effetto stimolante si contrappongono alla funzione dei farmaci contro l’ipertensione arteriosa e a quelli che già contengono caffeina ( alcuni antinfluenzali e antinfiammatori)
Alcol – Divieto assoluto, che il nostro buon senso già ci dovrebbe suggerire, con tutto, ma in particolare con sonniferi e antidepressivi (triciclici e benziodiazepine), con aspirina (possibili emorragie intestinali) con antinfluenzali a base di paracetamolo e antistaminici di vecchia generazione.
Le regole in “pillole”
Antibiotici-antibatterici – Nella maggioranza dei casi ( in particolare le tetracicline) 1 ora prima o 2 ore dopo i pasti.
L’eritromicina – Evitare l’assunzione di latticini e, bevande o alimenti contenenti caffeina.
Antidolorifici e antinfiammatori – Subito dopo i pasti per evitare problemi gastrici. Gli antispastici alcalini 2-3 ore dopo mangiato.
Antiallergici – 1 ora prima dei pasti.
Antistaminici – Prima di coricarsi, e alcuni 1 ora prima dei pasti.
Cardiotonici – 1 ora prima dei pasti.
Contraccettivi orali – Subito dopo i pasti.
Diuretici – Durante i pasti ed evitare cibi ricchi di sale e di potassio (banane, arance e sostituti del sale).
Farmaci per tiroide – Sempre al mattino 30-60 min. prima di colazione.
Farmaci per osteoporosi (a base di ormoni) – Al risveglio, 1 ora prima di colazione.
Farmaci anticolesterolo e contro i trigliceridi – Subito dopo i pasti serali evitando il più possibile l’assunzione di alcol e alimenti ricchi di fibre.
Lassativi – Alcuni al risveglio, la maggioranza prima di dormire.
Sedativi, antidepressivi – Quelli più potenti prima di dormire, gli altri 1 ora prima dei pasti principali. Evitare in concomitanza cibi ricchi di vitamina B12: molluschi, frattaglie e lievito di birra. Con gli antidepressivi meglio evitare i formaggi stagionati.
Vitamine e fermenti lattici – Subito prima dei pasti.