Una ricerca dell’Università della Pennsylvania, presentata a Sleep 2016, meeting della American Academy of Sleep Medicine e della Sleep Research Society dimostra che la qualità del sonno è anche una questione di alimentazione e peso. Le persone con qualche chilo in più, rispetto a quelle di peso normale, trascorrono più tempo del loro sonno nella fase Rem (Rapid eye movement), cioè quella in cui si sogna, caratterizzata da un aumento della frequenza cardiaca, da una respirazione più veloce e da un sonno meno ristoratore rispetto alle fasi non Rem.
Gli studiosi hanno osservato 36 adulti sani, seguendoli per 10 ore in due notti consecutive in ospedale. Durante la seconda notte è stata eseguita una polisonnografia, esame che registra i cambiamenti fisiologici che avvengono durante il sonno, mentre la composizione corporea e il dispendio energetico a riposo sono stati valutati il mattino seguente alla prima notte di sonno e in entrambi i giorni è stata misurata l’assunzione di cibo o bevande.
Dai risultati è emerso che gli adulti in sovrappeso mostravano una più alta percentuale di tempo trascorso nella fase Rem, ma anche che una maggiore assunzione di proteine prediceva una minore quantità di sonno trascorsa in fase 2, in cui frequenza cardiaca e respirazione sono relativamente normali e la temperatura corporea si abbassa leggermente. “Inserita in un contesto culturale in cui vi è una crescente pressione a sacrificare il sonno per mantenere la produttività, la ricerca evidenzia come comportamenti e stile di vita influenzino la qualità del sonno”, spiega l’autrice dello studio Andrea M. Spaeth.