È ormai certo che cibo, stile alimentare e attività motoria sono correlati al rischio di ammalarsi di cancro: quali misure nella scelta e nel consumo degli alimenti, quali comportamenti motori possono allontanare tale rischio?
Fattori geografici ed ecologici limitanti tipologia e disponibilità dei cibi, modalità di preparazione e consumo legate all’ambiente, alla cultura e alla tradizione, polimorfismi genetici nelle e fra le diverse popolazioni umane, risorse economiche e sviluppo sociale sono tutti fattori che interagiscono e possono correlare cibo e rischio per neoplasie.
Numerosissimi studi consentono di affermare che l’alimentazione può favorire o prevenire l’insorgenza dei tumori. Con i cibi abitualmente introduciamo residui di pesticidi, sostanze utilizzate o prodotte nei processi di conservazione (affumicazione, salagione, ecc.), radicali liberi o specie chimiche generate durante la preparazione, prodotti di lunghe cotture, fritture, barbecue, arrostiture, ecc.: molte fra queste sostanze possono risultare cancerogene.
I cibi stessi, tuttavia, sono fonte di principi ad azione protettiva sulla cellula e, direttamente o indirettamente, ostacolano lo sviluppo del cancro.
Sostanze antiossidanti (carotenoidi, vitamina C, vitamina E, polifenoli, acido folico, ecc.), contenute soprattutto in vegetali e derivati (vino, olio extravergine di oliva, ecc.), contrastano l’azione dannosa dei radicali liberi nei confronti del DNA, proteggendone la struttura.
Principi ad azione enzimatica presenti in crucifere, aglio, cipolle, frutta, piante aromatiche ed oli essenziali, curcuma e zenzero, resveratrolo e quercetina, isoflavoni della soia ecc. sono risultati efficaci, con modalità di azione diverse, nell’inibire processi favorenti lo sviluppo del cancro e nell’eliminare sostanze in vario modo tossiche per l’organismo.