Il rosmarino è ampiamente utilizzato in cucina sia per il sapore che dà alle pietanze sia – ma questo è meno noto – per le sue accertate proprietà digestive e antifermentative. Da alcuni anni i ricercatori stanno sperimentando l’estratto di rosmarino per verificare se è utile, non solo per la pancia, ma anche per il cervello.
Queste prove hanno portato a risultati davvero sorprendenti: la nota pianta aromatica è risultata utile nel combattere l’aggregazione delle placche cerebrali dell’Alzheimer, nel favorire lo sviluppo dei neuroni nell’ippocampo, nel migliorare i sintomi depressivi, nel contrastare infiammazioni acute del cervello (encefaliti). Come sappiamo, le prove sperimentali sugli animali non hanno un grande significato di per sé, occorrono studi sugli uomini. Recentemente un gruppo di ricercatori statunitensi ha pubblicato sul Journal of Medicinal Food un esperimento su 28 persone, con più di 75 anni di età, che hanno assunto pillole con diverse quantità di rosmarino e poi sono state testate riguardo alle performance di memoria. Naturalmente è stato usato anche un gruppo placebo come controllo. La conclusione è che chi aveva assunto rosmarino ha mostrato una migliore performance, rispetto al placebo, soprattutto in termini di velocità di memoria. Ma il fatto più interessante è che i migliori risultati li hanno avuti coloro che hanno assunto la dose più bassa della pianta, che è molto vicina a quella che si usa normalmente in cucina…!