Una ricerca pubblicata da Bloomberg rileva che gli italiani sono quelli che stanno meglio di tutti al mondo per aspettativa di vita, salute mentale e abitudini alimentari con un punteggio di 93,11%. A questo proposito pare proprio che sia la cultura del cibo tutta italiana e in particolare la Dieta mediterranea a giocare un ruolo cruciale.
Se è vero che la salute viene prima di tutto e conta più dei soldi, della fama e di altri aspetti della vita di tutti i giorni, allora gli italiani possono stare tranquilli. Stando, secondo il Global Health Index pubblicato da Bloomberg, indicatore che tiene conto di una serie di fattori l’Italia è in testa alla classifica mondiale (163 i Paesi analizzati) per il miglior stato di salute dei suoi cittadini con un punteggio vicino alla perfezione: 93,11%.
Tra i fattori tenuti in considerazione dallo studio c’è la durata media della vita, la salute mentale, la pressione sanguigna e, con un peso importante, anche la nutrizione. A questo proposito sembra proprio che a giocare un ruolo fondamentale sia la Dieta mediterranea. L’aspettativa di vita per i neonati italiani di oggi supera gli 80 anni (contro i 52 del Sierra Leone, ultimo in questo parametro). Ma la quantità non è sempre tutto, perché anche la qualità va tenuta in grande considerazione. Il nostro Paese infatti supera anche altre nazioni note per la loro longevità: da quelle del Nord Europa (l’Islanda, seconda è a 91,21 punti, la Svezia a 88,92), a quelle orientali (Giappone a 89,15, la ricca Singapore a 90,23), ai nostro cugini del Mediterraneo (la Spagna è sesta con 89,19 punti).
Come si diceva è la Dieta mediterranea a permettere agli italiani di mantenersi in forma e poco conta l’essere più o meno ricchi. Il benessere psicofisico risulta infatti più basso in altri Paesi ben più ricchi del nostro come la Germania, 16ª, o gli Stati Uniti, addirittura in 34ª posizione. È chiaro che avere a disposizione un reddito importante consente anche di curare la propria alimentazione e quindi la propria salute in modo migliore. A fare la differenza tuttavia è come vengono spese le risorse economiche le quali, per avere un effetto positivo, devono legarsi a fattori culturali radicati nella società come, appunto, le abitudini alimentari e l’attività fisica.
L’esempio più eclatante è quello degli Stati Uniti, una delle potenze economiche più forti, che mostrano però un tasso di obesità tra i più alti del pianeta, tra le principali cause della loro scadente performance in classifica. Quantunque queste classifiche possono lasciare il tempo che trovano, per l’Italia questi dati devono rappresentare un punto fermo da cui ripartire per ritrovare un po’ di certezze nella nostra “italianità” tenendoci stretto un bene di inestimabile valore come la salute.