Il nostro cervello da una parte è un organo molto voluminoso e pesante (da 1000 a 1400 grammi in media) che lavora al governo dell’organismo, e dall’altro è la sede di produzione delle nostre idee, di sentimenti, emozioni, memorie. Questa sua “doppiezza” si riflette anche nei cibi di cui ha bisogno: alimenti che nutrono al meglio l’organo e cibi per la mente che da quell’organo è prodotta. Tra quelli più protettivi per il cervello troviamo i vegetali, il pesce, alcune vitamine come la B12 e minerali come lo zinco.
Un recente studio pubblicato su Advances in Nutrition dimostra, su un modello sperimentale, che la carenza di zinco blocca la neurogenesi ippocampale e cioè la produzione di nuove cellule nervose nell’ippocampo, sede di formazione dei ricordi. Poche settimane prima su Pnas, la rivista dell’Accademia delle scienze degli Usa, un’altra ricerca aveva dimostrato che il minerale è proprio fondamentale nei processi biochimici che portano alla formazione dei ricordi. Lo zinco è abbondante e molto disponibile nel pesce e nella carne, meno nei cereali integrali mentre, per quanto riguarda i vegetali, abbonda in mandorle, nocciole e legumi. La mente ovviamente risente del metabolismo del cervello, ma essa ha i suoi cibi, che sono le buone emozioni e la cultura. Un lavoro di un gruppo di ricercatori della Fondazione S. Lucia di Roma, pubblicato su Human Brain Mapping, dimostra che c’è una relazione tra gli anni passati sui libri e le caratteristiche dell’ippocampo. Con l’invecchiamento, questo tende fisiologicamente a ridursi di volume, ma soprattutto a cambiare struttura interna, per questo gli anziani spesso hanno più difficoltà a memorizzare dati nuovi. Ma l’ippocampo è cruciale anche perché è una delle strutture più colpite in corso di demenza. Lo studio dei ricercatori romani dimostra che più alto è il numero degli anni di formazione scolastica e minore è il cambiamento negativo della struttura ippocampale e quindi maggiore è la protezione dalla demenza senile.