Esiste un nesso, scientificamente provato, tra l’insonnia e il desiderio di mangiare, relativo al fatto che chi dorme poco acquisterebbe più cibo e oltretutto quelli più calorici, rispetto a chi dorme sonni tranquilli. Lo dimostra una ricerca dell’università svedese di Uppsala, effettuata su un campione di volontari, e pubblicata sulla rivista Obesity.
Ai volontari sono stati messi a disposizione 50 euro per fare la spesa; in una prima fase questi si sono recati in un alimentari dopo una notte insonne, ed hanno acquistato cibi con valore calorico superiore del 9%, rispetto al caso in cui la spesa venisse fatta dopo una notte di regolare riposo.
Ha un fondamento scientifico, questa ricerca?
Sì, c’è, perché la perdita di ore di sonno altera il rapporto di due ormoni che regolano il meccanismo fame-sazietà: grelina e leptina. In particolare, la fame viene stimolata da un aumento dei livelli di grelina, secreta dallo stomaco prima dei pasti, e da una riduzione dei livelli di leptina. Studi clinici dimostrano che in chi dorme poco i valori di grelina si abbassano di circa il 30%, ma l’effetto come si potrebbe pensare, non è un aumento della sazietà bensì esattamente l’opposto: durante la giornata infatti si verifica un aumento della fame.
Che si trasforma nel desiderio inconscio di acquitare più cibi, o comunque alimenti che diano, almeno all’apparenza, “maggiori soddisfazioni“…
Sì, fare la spesa essendo affamati facilita ovviamente l’acquisto di cibi a densità calorica più alta, ovvero generalmente più ricchi di grassi e di zuccheri semplici. Non sorprendono, dunque, i risultati dell’università svedese.