Uno studio, realizzato da ricercatori e clinici dell’Università di Napoli Federico II, dimostra che una modesta quantità di alimenti integrali in sostituzione a quelli con farina raffinata è in grado di modificare alcuni indici infiammatori e la composizione del microbiota intestinale. La ricerca, pubblicata online in dicembre su American Journal of Clinical Nutrition, è stata realizzata su persone in sovrappeso e obese divise in due gruppi: a uno dei due gruppi sono stati sostituiti biscotti e fette biscottate di farina bianca con analoghi di farina integrale per un totale di 70 grammi giornalieri.
Dopo otto settimane, l’analisi del sangue e delle feci delle persone che hanno introdotto alimenti integrali ha mostrato cambiamenti significativi nella concentrazione delle citochine, composti mediatori tra le cellule del sistema immunitario e tra queste e diversi organi e tessuti, con una particolare riduzione di quelle prodotte in caso di infiammazione e un aumento di quelle deputate ai fenomeni antinfiammatori. Al tempo stesso, è cambiata la composizione dei ceppi batterici dell’intestino di queste persone, con aumento di Bacteriodes e Lactobacillus e riduzione di Clostridium. È un’ulteriore prova dell’efficacia dei prodotti con farina integrale, soprattutto se si tiene conto che la sostituzione è stata modesta. Lo studio dimostra, inoltre, che la salute del microbiota inestinale dipende essenzialmente dalla dieta. Quindi meno probiotici per pillole e più integrale e verdure come alimentazione quotidiana.