Assaporare il cibo invece di “divorarlo” non solo permette di gustare ciò che si mangia in maniera adeguata, ma fa bene alla salute e alla linea. La velocità di masticazione influirebbe, infatti, sulla quantità di cibo che si assume. A dirlo sono i ricercatori del Centro di Ricerca Nestlé (Nrc), che hanno condotto diversi studi in collaborazione con l’Università di Wageningen, nei Paesi Bassi.
Gli scienziati, in particolare, hanno analizzato la correlazione tra le caratteristiche di un pasto, la velocità di masticazione del cibo, il senso di sazietà e, di conseguenza, l’assunzione di nutrienti e calorie. “Gli studi – dicono gli esperti – dimostrano che i cibi più morbidi, come le puree di verdure, le lasagne e i pomodori pelati, vengono ingeriti in grandi bocconi e sottoposti a pochi atti masticatori, e hanno un tasso di assunzione al minuto considerevolmente maggiore dei cibi solidi. In quest’ottica risulta quindi meno appagante per l’appetito una porzione di purè che viene masticata solo 27 volte contro la stessa quantità di patate che necessita di 488 atti masticatori”.
I ricercatori hanno quindi dimostrato che “i cibi ingeriti in piccoli morsi e masticati per lungo tempo aumentano il senso di sazietà riducendo quindi le quantità di cibo assunte: chi mangia verdure e bistecca, ad esempio, consuma il 10% in meno rispetto a chi mangia il passato di verdure e la bistecca in pezzi.
Inoltre quest’ultimo pasto viene consumato il 20% più velocemente del primo per un equivalente di 10 grammi di cibo ingerito in più al minuto”.
Il consiglio, quindi, anche in occasione della Giornata Mondiale della Lentezza che si festeggerà tra il 7 e il 13 giugno, è quello di “mangiare con lentezza: una buona abitudine che però non sembra appartenerci. I dati della sesta edizione dell’Osservatorio Nestlé-Fondazione Adi sugli stili di vita e le abitudini alimentari degli italiani dimostrano come andare di corsa è una pessima abitudine che portiamo anche a tavola, sin da giovani: la durata media di un pranzo del campione più giovane è di soli 22 minuti per il pranzo, e addirittura 1 ragazzo su 5 pranza in meno di 15 minuti”.