Con la riapertura delle scuole si ripresenta il problema della refezione scolastica e con esso l’interrogativo su quale sia il cibo migliore da offrire agli scolari, che non dovrebbe basarsi solamente sul calcolo calorico o sulla qualità (quest’ultima la voglio dare per scontata), ma bisognerebbe adottare un principio fondamentale ed indispensabile quando si parla di alimentazione e cioè: utilizzare cibi della propria terra rispettando il ciclo biologico.
Per varietà di cibo, l’uomo divenne complesso nella sua natura, nella personalità, nell’impressione del pensiero, nell’attività. Differenti culture, razze e costumi si svilupparono da differenti abitudini nutritive, in differenti regioni climatiche. Non esiste un cibo unico per tutte le razze umane.
È impossibile che un esquimese si possa alimentare con cibo proveniente da zone tropicali e viceversa e questo dimostra che l’alimentazione in bene o in male regola la nostra vita.
Per fare un esempio, noi che viviamo nell’area del mar Mediterraneo, basterebbe applicare i principi della dieta mediterranea perché essa dà molta importanza al rispetto della stagionalità dei cibi, un principio fondamentale che vale, tra l’altro, per tutte le diete. Con la nascita e lo sviluppo dell’industria alimentare, che ha “costretto” l’uomo ad utilizzare cibi fuori stagione ed in qualsiasi periodo dell’anno, questo principio è stato purtroppo cancellato. A parte la qualità di questi “alimenti” che contengono sostanze chimiche come conservanti, coloranti, ormoni, antibiotici e quant’altro che l’organismo non riconosce questo nuovo modo di alimentarsi ha creato dei veri e propri scompensi al nostro metabolismo poiché esso non riesce ad adattarsi in tempi brevi.
In biologia i cambiamenti avvengono in milioni di anni e attraverso una lunga e complessa selezione, prima di trovare il giusto equilibrio. Alcuni disturbi ai quali a volte non si riesce ad identificare la causa, potrebbero derivare da questo non facile adattamento.
Quando parliamo di alimentazione, oltre all’aspetto scientifico che ha una grande rilevanza, bisogna considerare il fattore antropologico ed ambientale e recuperare quelle vecchie abitudini che hanno permesso all’uomo di diventare ciò che è riportandolo sulla retta via. Solo così possiamo iniziare una vera e propria rivoluzione nel campo della nutrizione, prima che sia troppo tardi.
Detto questo, bisogna coinvolgere i genitori dei bambini perché sono loro a decidere il tipo di alimentazione per i propri figli. Sappiamo bene che i problemi pratici sono tanti: tutti al mattino abbiamo necessità organizzative e tempi ristretti, bambini urlanti, ritardi che si accumulano, ecc. però, se vogliamo davvero migliorare la vita dei nostri figli e raggiungere i risultati da noi sperati e ancora lontani dall’essere raggiunti, dobbiamo sottostare ad alcune regole che sembrano difficili ma che vanno solamente interiorizzate. Sarebbe importante migliorare non soltanto il regime alimentare, ma è fondamentale coinvolgere i propri figli durante la settimana in attività quali la preparazione di cibi fatti in casa così, oltre a mangiare in maniera più sana, questa collaborazione culinaria migliorerà anche il rapporto famigliare assumendo, così, una valenza rilevante dal punto di vista sociale e culturale.
Per far sì che questi concetti vengano applicati, sarebbe opportuno che le autorità preposte si rendessero conto dell’importanza della questione e che decidessero di avvalersi di figure professionali nel campo dell’alimentazione da inserire nel sistema scolastico e quindi è necessario creare una collaborazione attiva tra scuola, genitori e nutrizionista.
Consigli ai genitori: quali alimenti scegliere e perché
Come gestire nell’arco della giornata l’assunzione di cibo? Innanzitutto il bambino non va mai forzato nella sua alimentazione. Se rifiuta il cibo un motivo c’è ed esso non è sempre di natura patologica.
Il più delle volte dipende dal modo in cui gli si propone il cibo; quando il bambino rifiuta un alimento in particolare, magari perché è nuovo, occorrerà pazienza e amore al fine di vincere la sua riluttanza ed educare il suo gusto. Premesso che ogni bambino nasce con una predisposizione verso un determinato gusto, ma sono poi i genitori con le scelte alimentari a creare le dipendenze verso determinati sapori.
Attraverso una corretta alimentazione si prepara la crescita del bambino anche sotto il profilo mentale. Vediamo come organizzare la giornata alimentare dei nostri piccoli.
Prima colazione
La prima colazione dovrebbe essere particolarmente abbondante. È consigliabile alternare il latte con bevande vegetali tipo latte di riso, d’avena e thè bancha. Quest’ultimo non contiene né acido tannico né teina e può essere dolcificato con miele. Queste bevande possono essere accompagnate da fette biscottate integrali con marmellata o biscotti integrali, o a fiocchi o soffiati di cereali.
Se il fabbisogno nutritivo del bambino sarà soddisfatto, lo spuntino tra i pasti sarà richiesto solo raramente. In tal caso sarà utile il consumo di merendine ai cereali o qualche frutto. Il tutto può essere ripetuto anche tra pranzo e cena.
Pranzo
Per il pranzo di mezzogiorno bisognerà dare la preferenza al riso o alla pasta possibilmente integrali conditi con salse a base di carote, cipolle, zucca, zucchine, lenticchie, fagioli e altri legumi e verdure di stagioni. Inoltre è fondamentale rispettare e promuovere i gusti del bambino e facendo attenzione alle quantità richieste da ciascun soggetto senza forzature. La seconda portata può essere carne bianca, pesce o uova (possibilmente fresche) accompagnata con verdure.
Cena
Per la cena conviene attenersi al criterio suggerito per il mezzogiorno, magari alternando le pietanze.
N.B. L’abitudine dei genitori di dolcificare le bevande è sbagliata. In genere, le bevande vengono dolcificate con l’intenzione di renderle più gradevoli. Questa concezione è errata poiché occultando il vero sapore della bevanda si nega al bambino la possibilità di conoscere e di memorizzare sapori nuovi che potrebbero, magari, anche piacergli. Inoltre, l’abuso di zuccheri, crea un ambiente acido nell’organismo che per tornare a una situazione di equilibrio è costretto a utilizzare minerali indispensabili alla crescita di un bambino e provoca – a lungo andare – disturbi di vario genere quali carie dentali, predisposizione all’obesità, ecc.