Sembra facile riconoscere un prodotto integrale, in realtà una buona parte degli alimenti in vendita nella grande distribuzione con la dicitura “integrale”, di fatto non lo sono. Per assicurarsi di mettere nel proprio carrello della spesa prodotti che corrispondano alle caratteristiche di un vero prodotto integrale, vanno verificate alcune informazioni basilari, imprescindibili.
L’inganno del finto integrale
Il primo accorgimento da adottare è quello di andare oltre le diciture stampate sulle confezioni, tipo: “fonte di fibre” “integrale” “macinato a pietra, focalizzare l’attenzione sugli ingredienti riportati in etichetta. Solo allora vi accorgerete che spesso, troverete elencate farine raffinate arricchite con crusca o cruschello, che è la parte del seme più ricca di fibre, ma ciò non toglie che possa definirsi integrale.
La Legge in questo senso non è una tutela: un prodotto raffinato integrato con crusca, cruschello o percentuali anche minime di farine non raffinate, può essere, infatti, chiamato integrale.
Un prodotto si può definire veramente integrale quando è preparato esclusivamente con farine che non hanno subito industrialmente, una raffinazione. Il processo di lavorazione industriale, di fatto, impoverisce la materia prima, le farine, con la conseguenza di ritrovarvi a consumare fette biscottate, crackers, grissini, biscotti, brioche e prodotti da forno preparati in realtà con quelle farine che evidentemente avete deciso di evitare quando avete fatto la scelta di consumare alimenti integrali.
Anche l’aspetto esterno del prodotto può essere motivo di inganno. Il fatto che il prodotto abbia un caratteristico colore scuro, o un elevato contenuto di fibre, non è certo garanzia che sia integrale. Per conferire la colorazione più scura è sufficiente, infatti, aggiungervi un po’ di colorante caramello, o di melassa.
Il motivo per il quale sul mercato vi siano molti prodotti “ibridi” risiede nel fatto che i prodotti realizzati con farine raffinate con l’aggiunta di una componente integrale come la crusca, per esempio, permette di ottenere prodotti dal gusto più appetibile e con tempi di conservazione più lunghi.
Il vero integrale: come riconoscerlo
La raffinazione è un procedimento tecnologico che separa ed elimina dalla farina sia la crusca, sia il germe, i cui grassi la farebbero irrancidire in tempi molto più brevi. Per potere essere definito “integrale” un prodotto non deve essere per forza costituito totalmente da cereali integrali. È sufficiente che contenga almeno il 51% di tutte e tre le componenti del seme: endosperma, germe, crusca.
I prodottti realizzati con farine raffinate addizionate successivamente con la crusca, non possono essere definiti integrali perché non contengono il germe.
Secondo l’EUFIC (European Food Information Council), un prodotto è definibile integrale quando riporta espressamente la dicitura: “farina integrale”, “100% integrale” ecc.. e gli ingredienti riportati in etichetta ne confermino la totale presenza.
Per evitare di portare a casa un falso prodotto integrale bisogna dunque leggere attentamente la lista degli ingredienti in etichetta, che sono, peraltro, elencati in ordine di quantità decrescente. In etichetta devono comparire per primi dunque gli ingredienti integrali, ovvero farina integrale di frumento, avena integrale,ecc.
Un’attenta lettura delle etichette può dunque svelare la vera natura del prodotto che si acquista, al di là della sua definizione commerciale.
Un alimento 100% integrale, non è solo dato dalle sue componenti ma anche dell’azione che svolgono per garantire il massimo assorbimento dei nutrienti e la massima digeribilità, garanzie che un prodotto raffinato o il finto integrale non possono garantire. Il finto integrale può persino generare un’azione non salutare, in quanto le fibre isolate possono rendere difficile l’assorbimento di alcuni micronutrienti.
Buono a sapersi
– Dirimere questa controversa definizione alimentare diventa in assoluto più difficile quando si acquistano prodotti sfusi, come pane, focacce e cracker, in vendita dal fornaio, in quanto non si ha la possibilità di verificare gli ingredienti utilizzati.
– Fermo restando l’aspetto salutistico del consumo di cibi integrali, rispetto a quelli raffinati, va però ricordato che un eccesso di cereali, ancorché integrali, che contengono lievito e glutine, sono da consumarsi con moderazione.
– Anche un’alimentazione completamente integrale va adottatata con i giusti criteri. Un eccesso di fibre può infatti creare fenomeni di sensibilizzazione o irritazione alle mucose intestinali, in particolare a chi soffre di colite.
– Un ulteriore elemento da tenere sotto osservazione, riguardo ai prodotti integrali, sono le calorie. Infatti, spesso gli alimenti integrali vengono addizionati con zucchero e grassi, per migliorarne il gusto. Un prodotto integrale può quindi arrivare a contenere più calorie di un suo equivalente raffinato. Lo strumento del consumatore rimane sempre la lettura degli ingredienti in etichetta, e la tabella calorica, riportata sulla confezione.