Anche lo zucchero, oltre al sale, gioca un ruolo importante nell’ipertensione arteriosa, che a sua volta è uno dei principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari. Anche se sul banco degli imputati è uno solo dei due componenti dello zucchero comune: il fruttosio. Citando dati e studi pubblicati, ne ha parlato Simonetta Genovesi, della Clinica Nefrologica dell’Università Milano-Bicocca (Ospedale San Gerardo di Monza), a un incontro su “Quando il cibo può far male ai bambini”, promosso a Milano dal Collegio Italiano dei Chirurghi nell’ambito di Expo 2015.
La professoressa tiene a precisare subito che, nonostante il nome, la quantità di fruttosio che si trova nella frutta “è assolutamente trascurabile”, mentre rappresenta il 50% dello zucchero comune o saccarosio (l’altro 50% è glucosio), il 60% degli sciroppi di fruttosio generalmente utilizzati dall’ industria dolciaria e il 100% dei dolcificanti al fruttosio. Ebbene – sostiene Genovesi – “nel bambino e nell’adolescente gli alimenti con aggiunta di fruttosio costituiscono una delle principali fonti di acido urico“, e “numerosi studi hanno dimostrato che esiste un’associazione tra i livelli di acido urico e ipertensione“, tanto che “sempre maggiori evidenze suggeriscono che l’acido urico debba venir considerato un marker di rischio cardiovascolare nell’adulto”.
La professoressa cita studi Usa pubblicati su Hipertension (2012), dove si conclude che “nei bambini e adolescenti la presenza di ipertensione è associata a più alti livelli di acido urico”, dati confermati sui bambini italiani dalla stessa Genovesi, autrice di uno studio pubblicato su Pediatrics (2013). E non è tutto: secondo Genovesi, la “fame” di zucchero è correlata a quella si sale (il più noto fra gli ‘ipertensivi’). Negli adulti e nei bambini. In particolare, accade che i bambini che bevono di più perché mangiano ‘troppo’ salato (sono il 40% dei piccoli fino a 3 anni e il 70% di quelli fino a 6 anni) hanno preferenza, invece che per l’acqua, per le bevande gassate e zuccherate (molto spesso con sciroppi di fruttosio), sommando così le azioni negative dei due prodotti.