Non solo vegetariani, vegani o fruttariani: la nuova frontiera è quella dei “reducetariani“, cioè coloro che riducono il quantitativo di carne, scegliendola di qualità quando la mangiano. A descrivere questo fenomeno che sembra essere in aumento nel Regno Unito è, in un articolo online sul Daily Mail, Brian Kateman, fondatore del Reducetarian blog, che ha coniato il termine.
Kateman, secondo cui oltre al valore etico della scelta va considerato anche quello di protezione e difesa dell’ambiente perché si riducono le emissioni di gas serra su cui la produzione di carne incide per il 20 per cento del totale e anche la quantità di una preziosa risorsa come l’acqua, spiega che il modo migliore per iniziare è mangiare per almeno un mese meno carne. L’importante è sceglierla di qualità superiore, oltre a ridurre anche il consumo di prodotti lattiero-caseari e pesce. Passato il mese l’auspicio è poi che questo diventi uno stile di vita da cui non si sceglie di tornare indietro, complice il fatto che la carne, a differenza di quanto accade ad esempio nell’alimentazione vegetariana (che secondo un sondaggio dello Humane Research Council viene poi “abbandonata” dall’84% di chi l’abbraccia), non viene del tutto eliminata dalla dieta ma ne viene ridotto notevolmente il contenuto, quindi la scelta appare meno drastica. Tra i consigli di Kateman per ridurre il contenuto di carne nella dieta, quello di evitarla a cena se la si è mangiata per pranzo, di scegliere un giorno della settimana in cui non la si inserisce nell’alimentazione, di ridurre le porzioni e di mangiare carne che proviene da animali nutriti al pascolo anziché quella prodotta in modo convenzionale negli allevamenti di bestiame.