fbpx
Quali sono i grassi buoni e dove si trovano
Quali sono i grassi buoni e dove si trovano
Il latte e le alterative vegetali: soia, avena, riso, mandorla…
Il latte e le alterative vegetali: soia, avena, riso, mandorla…
Nella dieta pre-invernale non devono mancare gli alimenti giusti
Nella dieta pre-invernale non devono mancare gli alimenti giusti
30707016_10156301888199287_1493183837591568384_n
previous arrow
next arrow

OLIO DI PALMA: REPORT DELL’AUTORITÀ EUROPEA PER LA SICUREZZA ALIMENTARE

Alcune sostanze presenti nell’olio di palma, ma anche in altri oli vegetali e nelle margarine, rappresentano un potenziale rischio per la salute dei consumatori. Queste sostanze sono i contaminanti da processo a base di glicerolo (un composto chimico componente dei grassi) che si formano durante la lavorazione degli alimenti, in particolare quando gli oli vegetali vengono raffinati ad alte temperature (circa 200° C). È la conclusione di un report dell’Efsa, l’Autorità europea per la Sicurezza alimentare.

L’istituto ha valutato i rischi per la salute derivanti da alcune sostanze (glicidil esteri degli acidi grassi, 3-monocloropropandiolo e 2-monocloropropandiolo e loro esteri degli acidi grassi) che si formano appunto nella fase di lavorazione degli alimenti. Di queste sostanze, i livelli più elevati sono stati trovati nell’olio e nel grasso di palma seguiti da altri oli vegetali. “Per i consumatori di 3 anni di età e oltre, margarine e “dolci e torte” sono risultati essere le principali fonti di esposizione a tutte le sostanze”, sottolinea l’Efsa.

Una di queste sostanze analizzate è cancerogena

Gli esperti hanno esaminato le informazioni sulla tossicità del glicidolo, composto precursore dei glicidil esteri degli acidi grassi, per valutarne il rischio ipotizzando una conversione completa degli esteri in glicidolo dopo l’ingestione. “Ci sono evidenze sufficienti che il glicidolo sia genotossico e cancerogeno“, fa sapere l’autorità. Tuttavia, i livelli di glicidil esteri degli acidi grassi negli oli e grassi di palma si sono dimezzati tra il 2010 e il 2015, grazie alle misure volontarie adottate dai produttori. “Ciò ha contribuito a un calo importante dell’esposizione dei consumatori a dette sostanze”, aggiunge l’autorità.

I livelli delle altre due sostanze valutate sono rimaste invece in gran parte invariati negli ultimi 5 anni. L’esposizione a una di queste (3-monocloropropandiolo) costituisce un potenziale rischio per la salute dal momento che le dosi rilevate superano la soglia di sicurezza.

L’olio di palma è l’olio più usato al mondo, anche nell’industria alimentare, e per questo bisogna conoscerlo per poter decretare se sia dannoso o meno per la salute. È un olio vegetale naturale, estratto per spremitura dalla polpa dei frutti della palma da olio. I frutti della palma vengono sterilizzati tramite vapore, denocciolati, pressati e filtrati, senza uso di solventi: così si ottiene l’olio di palma grezzo, di colore rosso scuro, che viene poi sottoposto a un processo di raffinazione che rende più stabile il prodotto. Le linee guida raccomandano di mantenere un apporto di grassi al massimo del 30% dell’energia giornaliera, di cui 10% da grassi saturi. La maggior parte dei grassi saturi che assumiamo deriva da alimenti di origine animale consumati in quantitativi maggiori rispetto all’olio di palma, che è costituito per metà da acidi grassi saturi (49%).

Leggere bene etichetta e preferire alimenti con olio extravergine d’oliva

Quindi, se consumato con moderazione all’interno di una dieta varia ed equilibrata, senza superare le quantità raccomandate per i grassi saturi, l’olio di palma risulta non avere effetti dannosi per la salute. Trattandosi di un ingrediente presente in numerosi prodotti alimentari bisogna prestare attenzione anche sul tema della sostenibilità ambientale, dato che per commerciare olio di palma, che avviene prodotto in zone molto ampie del Sud-Est asiatico, assistiamo a una deforestazione massiccia e catastrofica per gli equilibri di flora e fauna, non solo locali. Alla luce dei risultati degli studi dell’Efsa, risulta ancora più importante controllarne e limitarne il consumo, soprattutto nelle fasce più a rischio come i bambini.

Nel documento dell’Efsa non ci sono evidenze che l’olio di palma sia propriamente cancerogeno, non essendoci ancora dati tossicologici sufficienti. Inoltre, gli stessi tipi di contaminanti sono presenti non solo nell’olio di palma, ma anche in altri alimenti dopo i processi di raffinazione e che sono potenzialmente pericolosi per la salute. Utile sarebbe ridurre il consumo di prodotti alimentari industriali che contengono in grandi quantità questo olio: merendine, biscotti, cracker, grissini, pane in cassetta, tanti altri prodotti da forno e anche nei prodotti alimentari per l’infanzia. Il consiglio è quello di leggere sempre molto attentamente gli ingredienti dei prodotti industriali e quando possibile preferire quelli preparati con olio extravergine d’oliva

Lascia un commento