Spesso si pensa che il cibo che si mangia in pausa pranzo in ufficio sia più ‘pesante’ e meno salutare di quello fatto in casa. E invece insalatone e panini rappresentano un pasto “più leggero”, secondo quanto emerge dalla quinta edizione dell’Osservatorio Nestlé-Fondazione Adi sugli stili di vita. A patto, dicono gli specialisti, di non consumarlo alla scrivania mentre si continua a lavorare.
Infatti, dice l’Osservatorio, “per metà del campione di riferimento (55%) che riesce a pranzare a casa, i ritmi rallentano, il primo piatto diventa una costante (51%), spesso le portate sono due (15%), e il pranzo si fa rilassato ma abbondante. Non solo: contrariamente alle attese anche la convivialità, valore fondamentale del mangiare bene, viene persa nella dimensione domestica, sacrificata dalla compagnia di TV (78%) o telefono. Solo il fortunato 13% che pranza fuori, al ristorante o al bar, sembra potersi permettere sia la compagnia sia un po’ di movimento”.
La ‘schiscetta‘, invece, rimane molto più leggera, dicono gli esperti, anche se “restano sempre a suo sfavore i tempi di consumo troppo brevi, con una media di 20 minuti che arriva a 15 per il 49%, e la tendenza a mangiare seduti al PC durante la pausa”. Tuttavia, aggiunge il presidente della Fondazione Adi Giuseppe Fatati, “se il pasto leggero viene affiancato da 2 spuntini, a metà mattina e a metà pomeriggio, riusciamo più facilmente a non esagerare con il cibo e a non arrivare a cena con lo stomaco vuoto”.
In ogni caso, ribadisce lo specialista, “non bisogna dimenticare di dedicare il giusto tempo anche ai pasti frugali e di prevedere sempre un po’ di movimento nella pausa pranzo.
Soprattutto, cerchiamo di evitare di consumare il pranzo al tavolo di lavoro, leggendo documenti o davanti al computer e se possibile facciamo una passeggiata”