Il peperoncino è usato come alimento fin da tempi antichissimi (circa 9000 anni fa) e viene coltivato abitualmente dal 5500 a.C. circa. È sempre stato utilizzato in cucina per le sue proprietà aromatizzanti, ed oggi è diventato uno dei principali condimenti della cucina mediterranea. Il grado di piccantezza non cambia solo in relazione alla varietà, ma anche in base al grado di maturazione: più il frutto è maturo e più è forte il sapore piccante. Tale sapore è accentuato anche dalla siccità e dal freddo.
Contiene vitamina C (utile per migliorare l’assorbimento di ferro), vitamina A (utile per il differenziamento cellulare e per la vista), vitamina B (importante per molte reazioni metaboliche), vitamina D (fondamentale per il metabolismo del calcio) e la vitamina K (che facilita la coagulazione e il metabolismo osseo). Tuttavia con temperature superiori a 30°C (e quindi con cotture ad alta temperatura) questi nutrienti vengono persi. Il peperoncino inoltre contiene carotenoidi (antiossidanti) e sali minerali, nonchè flavonoidi, che hanno effetto antibatterico (il peperoncino infatti è usato anche come conservante naturale).Si è scoperto che il peperoncino regola i livelli di insulina dopo pranzo. Sembra inoltre che aumenti la spesa energetica ed aiuti a bruciare i grassi durante l’esercizio aerobico. Il peperoncino si è dimostrato utile nella cura di malattie da raffreddamento come sinusite, bronchite e raffreddore; ciò è dovuto al fatto che provoca un aumento di muco. Tuttavia una dose eccessiva può causare danni allo stomaco.
In conclusione il peperoncino, oltre ad essere un condimento apprezzato, ha innumerevoli proprietà medicamentose, e si auspica che nel futuro possa essere preso sempre più in considerazione negli studi di ricerca e che i risultati ottenuti nella medicina alternativa possano essere sfruttati per rendere il peperoncino un elemento utile anche per la medicina tradizionale occidentale.