L’elevato consumo di zucchero è uno dei tratti distintivi dell’epoca moderna: dalla metà del XVIII secolo ad oggi è aumentato di 40 volte. Una dettagliata analisi, comparsa nel numero di marzo di Advances in Nutrition, rivista di approfondimento scientifico della Società Americana di Nutrizione, mostra che la parte del leone, in questo maggior consumo di zucchero, l’hanno fatta le bevande zuccherate.
Gli americani sono passati dal consumare, nel 1950, circa 50 litri all’anno pro-capite di bevande zuccherate a oltre 180 litri nel 2000. Gli effetti sulla salute di questo spaventoso consumo di bibite e succhi vari, che è, come abbiamo visto, mediamente mezzo litro al giorno pro-capite, sono davvero preoccupanti: diversi studi hanno correlato tale consumo al rischio di obesità, diabete, malattie cardiovascolari, gotta, infiltrazione grassa del fegato (steatosi epatica). Interessante è il fatto che, tra gli zuccheri aggiunti nelle bevande, spicca il fruttosio per pericolosità. Infatti, quest’ultimo incrementa, anche più del glucosio, l’accumulo di grasso soprattutto nell’addome. Ora, la “pancetta“, detta anche grasso viscerale, è un importante fattore di rischio per la cosiddetta sindrome metabolica, che è legata al diabete e agli infarti cardiaci. Promemoria per il Ministero della salute: non abbia paura a colpire duro per scoraggiare il consumo di queste bevande non salutari, i tempi stanno cambiando.