Non solo la mediterranea: in Europa esiste anche la Nordic Diet. Ovvero lo stile alimentare che, confortati dal sostegno della ricerca scientifica, hanno messo a punto in questi anni i paesi della Scandinavia. E che è fortemente basata sui prodotti del territorio come segale, avena, pesce, cavoli, ortaggi da radice, semi, bacche e mele, tanto per citare alcuni degli ingredienti più rappresentativi.
Un modo di nutrirsi quasi a km zero e dalle indubbie virtù nutrizionali. Ad esempio l’abituale consumo dei cereali integrali: chi non conosce il pane di segale svedese? E in effetti sia la segale che l’avena sono i due cereali tipici delle zone fredde che stanno riscuotendo un certo successo anche alle nostre latitudini. Ma al contrario di quanto accade in Scandinavia, il consumo di cereali integrali nei bambini o nei ragazzini italiani è decisamente poco frequente. Nonostante le nostre Linee guida nazionali di sana alimentazione redatte dal CREA (Centro di ricerca alimenti e nutrizione) raccomandino che ogni giorno almeno la metà delle porzioni di cereali consumati siano integrali: “Un consiglio valido anche per i bambini, nei quali è bene alternare fonti di cereali integrali con prodotti non integrali, facendo attenzione ai piccoli sotto i tre anni nei quali un eccesso di fibra può diminuire l’assorbimento di nutrienti importanti per la crescita”.
Il consumo di cereali integrali è importante per il mantenimento della salute in quanto associato a una “Riduzione del rischio di malattie cronico-degenerative come diabete, malattie cardiovascolari e di alcune forme di cancro, e nello stesso tempo al mantenimento del peso corporeo e delle funzioni gastrointestinali”, sempre citando le Linee guida.
Tuttavia, sono ancora pochi gli studi che hanno rilevato questi effetti sulla popolazione più giovane. Per cercare di colmare questa lacuna è stato da poco pubblicato sul The American Journal of Clinical Nutrition un lavoro che arriva dalla Danimarca e che, in sintonia con quanto premesso sulla Nordic Diet, ha preso in considerazione solo il consumo di due cereali integrali, ossia segale e avena.
Solo per ragazzini
Un team di ricercatori provenienti principalmente dall’Università di Copenhagen ha coinvolto 55 ragazzini danesi con un’età che partiva dagli 8 fino ai 13 anni e tutti con un indice di massa corporea superiore alla media. Riassumendo al massimo, per un periodo di 8 settimane alcuni ragazzini dovevano seguire un’alimentazione libera ma con un buon apporto di prodotti integrali a base di avena e segale (senza indicazioni sulle porzioni). O, in alternativa, con prodotti a base di farine raffinate, sempre senza porzioni di riferimento. Durante le diverse fasi dello studio sono state effettuati diversi test come quelli sanguigni (colesterolo, glicemia, marcatori della salute cardiometabolica), analisi della composizione corporea, esame sulla composizione e sui metaboliti del microbiota intestinale. Una particolare attenzione è stata rivolta alla possibile comparsa di sintomi gastrointestinali.
L’integrale ha vinto
I risultati dello studio hanno mostrato delle differenze tra i due gruppi. La prima è stata una diminuzione significativa dei grassi nel sangue: ossia i trigliceridi e il colesterolo legato alle lipoproteine a bassa densità (LDL), il cosiddetto colesterolo cattivo. La seconda riguarda la composizione del microbiota: i cereali integrali hanno promosso la crescita di batteri benefici per la salute intestinale (con aumentata produzione di metaboliti antinfiammatori e protettivi come il propionato e il butirrato) e dell’organismo in generale. Infatti è stata riferita una riduzione dell’affaticamento e nessun impatto negativo a livello enterico o sulla salute dei bambini.
Invece non sono state registrate differenze nei gruppi riguardo a glicemia, pressione sanguigna, indice di massa corporea e composizione corporea. Di conseguenza, gli autori hanno capito che gli effetti dei cereali integrali sul profilo lipidico sono indipendenti dal peso e dalla presenza di adipe dei ragazzi.
È vero che sia la segale che l’avena sono cereali con interessanti proprietà nutrizionali, ma probabilmente questi risultati si sarebbero ottenuti anche con altri cereali integrali, magari variando tra i tipi più graditi anche in Italia. Perché si può cominciare a proporre ai ragazzi pasta e pani integrali del “solito” grano, ma poi si può proseguire con il farro, l’orzo e così via, comprendendo via via tutti i chicchi.