In Italia tre persone su dieci soffrono di carenza di ferro, uno degli elementi più importanti per il nostro organismo: si tratta di un macroelemento, cioè uno dei minerali presenti nell’organismo in quantità più elevate.Il ferro è essenziale: l’aspetto più importante del ferro è che serve per trasportare ossigeno in tutto il corpo, perché è un componente fondamentale dell’emoglobina (la proteina che porta ossigeno dai polmoni al resto del corpo) ed è fondamentale per la respirazione cellulare e del trasporto di ossigeno ai muscoli. Il ferro è una sostanza presente sia in alimenti di origine animale – come nelle carni rosse e nel pollo, ma anche in pesce e uova – che vegetale, ad esempio negli spinaci e in tutte le verdure a foglia verde, i cavolini, nella frutta secca o nei cereali integrali.
C’è però una diversità di assorbimento da parte del nostro organismo: il ferro di derivazione animale risulta più assorbile dal nostro corpo, perché si lega a proteine specifiche per l’assimilazione; mentre è più faticoso e l’assorbimento del ferro contenuto in cibi vegetali. Il rischio è quindi di assorbirne in minor quantità. L’assorbimento è inoltre variabile da persona a persona, ancora di più se in presenza di determinate situazioni o patologie. Sono più soggette ad una carenza di ferro le donne in età fertile e gli sportivi, ad esempio, o anche chi soffre di disturbi di assorbimento intestinale e di intolleranza alimentari.
Il primo sintomo percepito da chi è in carenza di questa sostanza è certamente la fatica: “la carenza di ferro e di conseguenza di ossigeno porta ad una maggiore fatica muscolare e ad una sensazione generale di affaticamento, di stanchezza” e di spossatezza. Una diagnosi precoce è molto importante soprattutto per capire e indagare le cause di questo disturbo, ad esempio chiarire se è dovuto ad un maggiore fabbisogno, ad una maggiore perdita o infine ad un male assorbimento. Le anemie possono essere di diverso tipo: pur avendo sintomi uguali.
Il primo passo è senza dubbio l’alimentazione, quindi il consumo di sostanze e alimenti che aiutano l’assorbimento di ferro come ad esempio la vitamina C; successivamente sarà necessario rivedere la dieta e capire se gli alimenti abituali sono sufficienti al nostro fabbisogno di ferro. In un secondo momento, se il disturbo rimane si possono utilizzare alimenti fortificati in ferro e solo dopo il consulto con una specialista e in particolari situazioni cliniche si possono utilizzare integratori, che vanno però sempre tenuti sotto controllo.