Caratterizzate da un basso contenuto calorico e da componenti chimiche con buon potere antiossidante e antinfiammatorio, sono molto apprezzate da chi ama mangiare leggero. Crescono da aprile a giugno, ma la diffusione delle coltivazioni in serra e la facilità di trasporto ci permettono di acquistarle tutto l’anno con valori nutrizionali decisamente diversi quando non si offrono naturalmente al consumo. Conosciamole meglio.
Sono dolci ma forniscono poche calorie: vero.
Sono costituite principalmente da acqua e da zuccheri, mentre lipidi e proteine sono presenti in bassissima quantità. Il loro valore energetico deriva in prevalenza dagli zuccheri presenti che però non fanno lievitare l’apporto calorico: mangiate tal quali apportano infatti solo 27 Calorie per 100 grammi.
L’unico modo per pulirle è immergerle in acqua: falso.
Prima del consumo devono essere sempre lavate accuratamente, perché crescendo a contatto con il terreno, possono trattenere microrganismi e antiparassitari. Se le preparate in versione alcolica, è preferibile lavarle con del vino bianco. L’alcol, infatti, oltre a pulirle, rallenta la crescita dei batteri che potrebbero restare sulla superficie, favorendo la stabilizzazione e la conservazione dei frutti.
Sono consigliabili a chi soffre di artriti: vero.
Le fragole contengono in piccole quantità alcune sostanze chimiche come l’acido salicilico e il chinino, che hanno dimostrate capacità antinfiammatorie e possono quindi essere utili a chi ha problemi di artriti.
Fragole di campo e di bosco si conservano allo stesso modo: falso.
La fragola di campo ha frutti medi e piccoli ed è adatta alla preparazione di macedonie e conserve e deperisce facilmente. La fragola di bosco ha una consistenza maggiore, è più piccola, e si conserva più a lungo. Entrambe, in ogni caso, devono essere conservate in frigorifero, lasciandole preferibilmente nel cestino in cui sono state acquistate, o in contenitori in cui circoli l’aria per ritardare la comparsa di muffe.
Hanno un discreto potere antiossidante: vero.
L’azione antiossidante delle fragole è inferiore a quello dei frutti di bosco, soprattutto mirtilli e lamponi, ma è mediamente superiore a quello di frutti come mele, ciliegie, albicocche e pesche.
Possono provocare allergie nei soggetti predisposti: vero.
In soggetti sensibili le fragole possono provocare fenomeni allergici e pruriti. Uno studio condotto dall’Università di Lund con altri Istituti di ricerca svedesi ha permesso d’identificare l’allergene. La proteina “incriminata” sembrerebbe correlata al colore rosso della fragola.
Non sono adatte alla dieta dei diabetici: falso.
Il fatto che lo zucchero prevalente nelle fragole sia il fruttosio o levulosio, le rende uno dei pochi frutti concessi ai diabetici. Il fruttosio è utilizzato in sostituzione allo zucchero negli alimenti per diabetici, perché grazie al suo basso indice glicemico non induce un immediato rilascio d’insulina nell’organismo.