Sembra proprio che il mattino, più che l’oro, abbia la salute in bocca, vedendo i risultati delle ultime ricerche che hanno investigato su come possono variare gli effetti dell’attività fisica a seconda degli orari nei quali viene effettuata.
Ad esempio, chi combatte con la glicemia alta potrà trovare interessanti le conclusioni di uno studio appena pubblicato sulla rivista Diabetologia, secondo il quale l’esercizio fisico mattutino e pomeridiana è associato a una diminuzione del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.
Ma oltre a aiutare a controllare meglio la glicemia o, magari, anche per questo, “darsi una mossa” al mattino presto può rivelarsi un’ottima mossa, appunto, per rimanere in linea e contrastare i chili in più. Di questo parla un interessante lavoro pubblicato su Obesity, che ha adottato un approccio diverso dal solito e che probabilmente darà il via a ulteriori approfondimenti sull’argomento. “Il nostro studio ha fornito un nuovo strumento per esplorare il modello diurno dell’attività fisica e per indagare il suo impatto sulla salute“, ha affermato Tongyu Ma, autore principale dello studio.
In effetti, la peculiarità di questa ricerca è stata quella di concentrarsi sugli orari dell’attività fisica, che è stata misurata con l’accelerometro, ossia un sensore non ottico che applicato sul corpo misura i livelli di attività fisica, permettendo anche di conoscere il relativo dispendio energetico. Va detto che i dati degli oltre 5200 soggetti esaminati erano provenienti da un grande studio USA che indaga dieta e salute di adulti e bambini, ossia il National Health and Nutrition Examination Survey (NANHES).
I ricercatori hanno valutato i dati raggruppandoli a seconda del momento della giornata, ossia mattino, mezzogiorno e sera e del tipo di attività, più o meno intensa.
Ebbene, alla fine del loro lavoro gli studiosi hanno trovato una forte associazione lineare tra il praticare attività fisica (moderata o intensa) al mattino presto e la prevenzione di sovrappeso e obesità. In particolare, l’orario esaminato è stato nella fascia oraria cha va dalle sette alle nove del mattino.
Al contrario, nei gruppi degli sportivi pomeridiani o serali, questa azione preventiva è risultata molto più debole. In effetti, i “mattutini” avevano anche un indice di massa corporea e una circonferenza della vita inferiori rispetto a altri gruppi. Ciò nonostante non fossero risultati meno sedentari durante il giorno: la differenza era l’orario.
Comunque, va detto che a prescindere dall’orario, fare regolarmente esercizio fisico rimane sempre e comunque consigliabile. Non fosse altro che per combattere i cali di umore, spesso associati a una condotta alimentare disordinata, ossia la famigerata fame nervosa. A questo proposito può essere utile ricordare una ricerca irlandese pubblicata su JAMA Network Open, secondo la quale una leggera o una moderata attività fisica (da modulare in base all’età e alle condizioni di salute) sia in grado di migliorare l’umore e di ridurre il rischio di depressione. Lo studio ha dimostrato che già camminare a passo svelto per soli 20 minuti al giorno – e almeno per cinque giorni alla settimana – è collegato a un minor rischio di presentare sintomi depressivi (16%) e di andare incontro a una depressione di grado maggiore (-43%). Oltre a ciò, i ricercatori hanno riscontrato un effetto dose-risposta: con l’aumento giornaliero dei minuti di attività fisica, il rischio di cali dell’umore si abbassava ulteriormente, aumentando così l’azione protettiva nei confronti della depressione.