Molti cibi che consumiamo abitualmente – dalla fetta di pane della colazione al calice di vino a cena – sebbene appartengano a gruppi merceologici diversi hanno una caratteristica comune: contengono lieviti. In effetti, senza l’azione di questi preziosi microorganismi non riusciremmo a ottenere gli alimenti per i quali è necessaria la fermentazione e la lievitazione. In più, molti prodotti di oggi subiscono lievitazioni spinte con risultati (pensiamo al pane!) inferiori, dal punto di vista del gusto e della digeribilità, rispetto a quelli ottenuti con le lente lievitazioni naturali. Di conseguenza, le persone più sensibili possono presentare sintomi di “sovraccarico da lievito” manifestando i tipici disturbi gastrointestinali come gonfiori o cattiva digestione, ma non solo: la lista è lunga e va dall’orticaria alla stanchezza. La nostra proposta è perciò quella di evitare – o quanto meno di ridurre – per un breve periodo l’assunzione di lieviti. In seguito, sarà sufficiente eliminarli per un giorno alla settimana per non superare la soglia di tolleranza.
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