Dato che, come è stato più volte dimostrato, il 30% dei tumori nasce a tavola, la prevenzione oncologica deve passare anche dall’insegnamento di una dieta corretta, a partire dalla scuola dell’obbligo, dove andrebbero istituiti corsi di educazione specifici. Anche i troppi grassi e la poca frutta e verdura poi nuocciono gravemente alla salute e aumentano il rischio di tumore proprio come le sigarette.
Le neoplasie più influenzate da quello che mangiamo e dal sovrappeso sono quelle al colon retto, alla mammella, al pancreas, al fegato, al rene, all’esofago e alla cervice dell’utero. Il nostro Paese è una delle patrie della dieta mediterranea eppure abbiamo il primato europeo di sovrappeso infantile. Il 12% dei bambini italiani è addirittura obeso. Se vogliamo invertire questa tendenza dobbiamo promuovere maggiormente la cultura della giusta alimentazione tra tutta la popolazione.Il cancro indebolisce tutto il nostro organismo, provoca un calo dell’appetito e quindi anche della qualità e quantità dell’alimentazione. Esistono poi gli effetti collaterali delle cure che spesso interessano proprio l’apparato gastro-intestinale. La dieta durante la patologia neoplastica deve perciò essere adatta alla situazione clinica. Nei nostri ospedali c’è bisogno di una sempre più forte alleanza e collaborazione tra oncologo e nutrizionista. Insieme questi due specialisti devono aiutare il malato a scegliere i cibi più appropriati e risolvere così i molti problemi legati all’alimentazione durante e dopo le cure anti-tumorali. In questo modo possiamo non solo migliorare la qualità di vita generale del paziente ma anche la risposta positiva dell’organismo alla neoplasia.